Boost prova il concordato.
Strada in salita a 40 anni dalla nascita per la Boost Spa di San Paolo D’Argon (Bergamo), uno dei più importanti produttori italiani di agende con 700 dipendenti e un giro d’affari di circa 150 milioni di euro ma appesantita da 140 milioni di debiti. Qualche giorno fa, infatti, Laura De Simone giudice del tribunale di Bergamo ha nominato Annamaria Angelino commissario della società ammessa al concordato preventivo. Il magistrato ha così accolto il ricorso presentato per conto dell’azienda di proprietà di Marzio Carrara, dagli avvocati Antonio Auricchio, Gabriella Covino, Luca Jeantet e Paola Vallino dello studio Gianni & Origoni mentre il piano industriale alla base del concordato sarà redatto da Bain & Co. Con un capitale di 20 milioni, la società nata nel 1981 controlla fra l’altro l’inglese Castello Diaries Lt, la tedesca Lediberg, la francese boost France, la spagnola Ediciones Deusto, le emiratine Castelli Middle East e Cpz Print, ha il 35% della greca Sd Theofilaktos e il 50% della statunitense Castelli Nord America Inc..
Nel triennio 2017-2019 Carrara proprietario della Cpz, azienda del settore tipografico ereditata dal padre, ha comprato e successivamente fuso la Arti Grafiche Johnson e la Lediberg, leader mondiale nella produzione di agende dando vita alla holding Boost. La ragione della crisi, spiega il ricorso, è dovuta all’anno della pandemia che ha determinato un calo dei ricavi esteri del 50% sul 2019: è stata avviata la cassa integrazione, i soci attraverso lo strumento della delegazione di pagamento hanno pagato fornitori per quasi 5 milioni e Boost sulla base di un piano redatto da Bain & Co. ha chiesto finanziamenti bancari per 32 milioni garantiti da Sace: la Popolare di Sondrio ha acconsentito per i suoi 20 milioni mentre BancoBpm ha detto no per i restanti 12 milioni. Il piano concordatario prevede fra l’altro il possibile ingresso di nuovi investitori, un finanziamento di 4 milioni da General Finance e la vendita dell’immobile dell’impianto di Seriate per 7,5 milioni all’austriaca W&H Dentalwerk Burmoos.