Acciaio d’oro per i Riva.
Risultati in crescita e utile più che raddoppiato nel 2022 per Riva Forni Elettrici (Rfe), holding italiana del gruppo siderurgico presieduto da Claudio Riva e controllato dall’omonima famiglia. Lo scorso anno, infatti, Rfe che impiega oltre 5mila 500 addetti, ha realizzato un fatturato di oltre 5,2 miliardi di euro in crescita dai 4,2 miliardi del precedente esercizio, con una produzione di acciaio di 5,7 milioni di tonnellate (in calo del 13,8% rispetto all’anno prima) mantenendo un’importante quota di mercato nei prodotti “lunghi”. Le vendite di prodotti siderurgici realizzate dalle controllate italiane rappresentano il 16% del totale mentre l’84% è stato realizzato dalle controllate europee. Significativi i progressi dei margini reddituali con ebitda ed ebit cresciuti rispettivamente da 509 a 993 milioni e da 425 a 887 milioni determinando così un utile netto balzato da 285 a 661 milioni. La struttura patrimoniale resta solida, con un patrimonio netto di oltre 1,8 miliardi a fronte di una posizione finanziaria netta positiva per 357 milioni (pur a fronte di investimenti quasi raddoppiati anno su anno da 84 a 167 milioni) e di un cash flow operativo di 797 milioni. Circa l’anno in corso, tuttavia, nella relazione sulla gestione Riva evidenzia nel primo trimestre la diminuzione degli ordini (che ha portato a una diminuzione della produzione a al ricorso agli ammortizzatori sociali) che unita al calo dei prezzi dell’acciaio fa prevedere un bilancio 2023 con una redditività in calo.
