Clerici festeggia col carocarbone.

L’uscita dalla pandemia e il rincaro dei prezzi del carbone impattano positivamente sui numeri di Fincler, la cassaforte di Paolo Clerici a monte del gruppo genovese Coeclerici che con oltre mille 200 addetti è uno dei principali operatori nella fornitura di servizi integrati per l’approvvigionamento delle materie prime per il mondo dell’industria siderurgica ed energetica. Qualche giorno fa, infatti, l’assemblea dei soci ha approvato il bilancio consolidato 2022 chiuso con un utile di 39,7 milioni rispetto a quello di 27,7 milioni del precedente esercizio. Ciò è frutto del deciso miglioramento dei numeri della controllata Coeclerici che ha registrato ricavi più che raddoppiati anno su anno da 652,8 milioni a 1,42 miliardi, un ebitda avanzato da 52,6 a 90 milioni, un ebit passato da 42,3 a 77,7 milioni. La Divisione Commodities che opera nella estrazione e vendita di carbone (il cui prezzo nel 2022 ha raggiunto quasi i massimi storici) ha registrato quindi una profittabilità altrettanto storica con un ebitda salito anno su anno da del 70% a 101,2 milioni e un utile netto di 58,1 milioni (+43%). In chiaroscuro i risultati anche dalla Divisione Industry (vendita di macchine industriali) che ha raccolto ordini per 103,8 milioni (99,6 milioni nel 2021) ma lo shortage di materie prime che ha innalzato i prezzi dei materiali utizzati ha impattato sulla marginalità, tanto che pur con un ebitda di 2,3 milioni l’ebit è stato negativo per un milione e s’è registrata una perdita di 1,5 milioni.