Lussemburgo ricco per i Beretta.
Numeri quasi tutti in netta crescita per Upifra, holding lussemburghese della famiglia Beretta che controlla l’omonima azienda bresciana di Gardone Val Trompia produttrice di armi. Il risultato consolidato 2022 di Upifra registra infatti ricavi in progresso anno su anno da 968,3 milioni di euro a oltre 1,45 miliardi (+66,7%), con un ebit salito da 196 milioni a circa 235 milioni anche se l’utile s’è lievemente contratto da 152 milioni a 136,4 milioni. Il contributo alle vendite è giunto perlopiù (1,43 miliardi) dalla controllata Beretta Holding, anch’essa basata nel Granducato, e che controlla l’italiana Beretta Industrie, con vendite realizzate per 446 milioni in Nord America e 272 in Europa. Nella nota integrativa il gruppo Beretta, che occupa 6mila 547 addetti, spiega che le prospettive del bilancio 2023 anche alla luce del cambio euro/dollaro meno favorevole di quello del secondo semestre dell’anno precedente, sono “ancora buone ma non straordinarie come nel 2022”. Upifra, il cui acronimo sta per le iniziali del padre Ugo Gussalli Beretta e dei suoi due figli Pietro e Franco, conta un totale di attivi di 2,2 miliardi. La capogruppo nel Granducato dei Beretta detiene, oltre all’immobiliare bresciana Arce Gestioni e a una quota del 20% della svizzera Casaforte (il più grande gruppo di depositi self-service) anche Upifra Agricole che possiede le cinque aziende agricole italiane (tra le quali Colle Funaro, Fortemasso, Castello di Radda e Weingut Steinhaus) vocate alla produzione di olio e vino. Il capitale di Upifra, pari a 14,7 milioni, è diviso in 28mila 478 azioni, detenute dai veicoli Jenker e Paterfamilias e dalle persone fisiche Ugo Gussalli Beretta e Monique Poncelet. Il bilancio ordinario 2022, depositato prima del consolidato, ha visto i Beretta distribuirsi una cedola di 3,5 milioni.
