Il genero di Scaroni inguaia Urbania.
Concordato preventivo in continuità aziendale per la napoletana Urbania spa, che dal 2008 è una delle principali aziende del capoluogo campano nella progettazione e realizzazione di edifici e infrastrutture, operando in tutta Italia e all’estero. La procedura è stara decisa qualche giorno fa da Eduardo Savarese, giudice delegato del tribunale partenopeo, che ha nominato commissario Enrico Merola Tammaro. Il tribunale ha così accolto il ricorso presentato per conto di Urbania, di cui è amministratore e socio unico Niccolò Sorrentino figlio del fondatore Bartolomeo, dagli avvocati Giovanni e Filippo Cabras del foro di Roma. Nel ricorso si spiega che l’azienda ha chiesto la procedura anche perché sono state presentare allo stesso tribunale 3 istanze di creditori per dichiararne la liquidazione giudiziale. Il ricorso illustra inoltre che la crisi di Urbania, iniziata dal tracollo dei lavori edili dovuto alla pandemia, è stata determinata nello specifico dai mancati pagamenti da parte di alcuni committenti, come a La Spezia per il cantiere di Villa Maramozza e a Nonantola (Modena) per realizzare una casa di riposo per anziani. In questo caso il committente Sereni Orizzonti (gruppo dei fratelli Blasoni) “non ha riconosciuto a Urbania la revisione dei prezzi per l’aumento dei materiali”. Infine Namira Sgr (società di fondi immobiliari di Eugenio Radice Fossati, genero di Paolo Scaroni), dopo aver firmato con Urbania una commessa da 5 milioni, non ha versato l’anticipo dovuto e ciò ha determinato la fine dei lavori nonostante fosse già stato avviato il cantiere e realizzate alcune opere. Le prospettive per l’azienda sono comunque buone anche grazie ad alcune nuove commesse.
