Riva, fusione in Lussemburgo.

Fusione inversa e riduzione dei costi per i Riva in Lussemburgo. La dinastia siderurgica controllante Riva Forni Elettrici (Rfe), guidata da Claudio Riva, ha infatti appena depositato nel Granducato il progetto di fusione inversa con cui la controllata Utia assorbirà la controllante Monomarch Holding che ne detiene il 99,95%. “Obiettivo della fusione – si legge nel documento – è di semplificare la struttura e ridurre i costi”. Monomarch Holding ha un capitale di un milione di euro che i Riva detengono tramite lo svizzero Athos Trustee titolare anche della quota residuale della stessa Utia che ha un capitale di 31,3 milioni. La semplificazione giunge a poche settimane di distanza dal deposito del bilancio 2022 di Utia chiuso con una perdita di ben 217,1 milioni di euro rispetto a quella di 5,5 milioni del precedente esercizio che va a sommarsi al passivo di 239 milioni accumulato negli anni precedenti. Il totale dell’attivo è sceso anno su anno da 217 milioni a zero perché nel 2022 i Riva hanno girato per 500mila euro dal Lussemburgo all’Italia il 39,9% della loro capogruppo nazionale Rfe e la cui quota di maggioranza è in mano all’italiana Stahlbridge. Nel 2022 Rfe, che occupa otre 5mila 500 addetti, ha registrato tutte le principali voci di bilancio con il segno in crescita sul precedente esercizio a partire dai ricavi (5,2 miliardi) fino a ebitda (993,7 milioni), ebit (887,1 milioni) e utile (666 milioni). Il gruppo ha segnato una produzione di 5,7 milioni di tonnellate di acciaio (-13,8% sul 2021) confermandosi uno tra i principali player europei nel settore.