La fonderia Montini si salva.

Il concordato preventivo in continuità aziendale per Montini Spa, importante fonderia bresciana con oltre 100 addetti, è stato dichiarato aperto pochi giorni fa da Gianluigi Canali, giudice delegato del tribunale di Brescia che ha nominato Giacomo Ducoli commissario dell’impresa già ammessa nel novembre del 2022 al cosiddetto “procedimento unitario”, consentendole quindi di depositare o una proposta di concordato (con relativo piano attestato) o un accordo di ristrutturazione dei debiti.

Va detto che il piano concordatario attestato da Giovanni Rizzardi si basa sulla prosecuzione dell’attività negli stabilimenti di Roncadelle e Travagliato e sulla dismissione di alcuni asset immobiliari. Il piano prevede il pagamento integrale di tutte le passività privilegiate tra cui i finanziamenti agevolati ottenuti da Simest e quelle nei confronti dell’Erario; il pagamento parziale dei creditori finanziari del 45% e dei chirografari per percentuali comprese dal 40% fino all’80%: unico creditore che non sarà soddisfatto è la Mittel, “in ragione della natura documentalmente postergata”.

Riceviamo da Salvatore Pignataro e pubblichiamo:

  • Chi ha fondato Fonderia Montini non è stato Enrico Gnutti ma dallo stesso acquistata dal fondatore Montini, il quale iniziava la propria attività facendo ferri da stiro anzi la base dei ferri da stiro, parte in contante e parte in carta con azioni Hopa. Il Montini pur avendo avuto proposte di acquisto da uan parte francese molto più alte rispetto a Gnutti aveva deciso di venderla ad un bresciano il quale si era impegnato a mantenere sempre il nome di montini . Il prezzo offerto dai franceseiera del 30% di quella fatta da Gnutti e peraltro tutta in cash.