Il tribunale certifica la crisi di Ags.
Duro provvedimento del tribunale di Milano nei riguardi di Advanced Global Solution A.g.s. di Pero (Milano), gruppo di proprietà dei fratelli costruttori novaresi Oscar e Stefano Padrin, oggetto di un recente sequestro di beni per 33 milioni di euro (tra denaro e valore di sette alberghi a Rimini e uno a Cattolica) dopo che la procura meneghina guidata da Bruna Albertini li ha indagati con altri per truffa aggravata allo stato relativa ai bonus edilizi. Qualche giorno fa, infatti, la seconda sezione civile del tribunale di Milano presieduta da Laura Vasile con Rosa Grippo quale giudice relatore ha revocato il decreto con cui all’azienda era stato concesso tempo fino allo scorso 10 aprile per presentare un piano di concordato. Il tribunale, infatti, ha preso atto che il commissario giudiziale Michele Petriello ha segnalato che la società non ha provveduto a reintegrare con risorse esterne quelle usate per il pagamento di debiti pregressi. Inoltre l’amministratore unico Salvatore Buscemi “nominato proprio per dare un forte segnale di discontinuità con la precedente gestione e guidare la società sulla strada del risanamento” s’è dimesso lo scorso 8 aprile ed è stato sostituito da Stefano Padrin. “Ad abundantian” Stefano D’Amore, attestatore del piano concordatario, ha rinunciato al proprio incarico e così ha fatto anche l’advisor finanziario PwC nella persona di Giuseppe Palermo. Il giudice ha quindi rilevato “la situazione di stallo in cui versa la società rispetto alla costruzione delle linee essenziali del piano concordatario”, di cui “non vi è alcuna certezza”. L’azienda con 400 dipendenti, che possiede fra l’altro l’importante Pessina Costruzioni, il 70% di Duca Visconti di Modrone (noto produttore di velluto) ed è azionista col 5,3% di Banca del Fucino, dovrà ora camminare sulle sue gambe senza protezione dai creditori. Un compito che non si presenta facile.
