Intesa, i no agli stipendi di Messina & C.

Gli stipendi ai vertici di Intesa Sanpaolo (consiglio d’amministrazione, top manager e collegio sindacale) guidata dall’amministratore delegato Carlo Messina piacciono sempre meno ai soci grandi fondi internazionali. Lo si scopre leggendo nel dettaglio il verbale appena depositato dell’assemblea degli azionisti della banca svoltasi lo scorso 24 aprile. Infatti il punto 2 all’ordine del giorno consistente in tre sottopunti (Politiche di remunerazione e incentivazione per il 2024, Informativa sui compensi corrisposti nel 2023 e Sistema di incentivazione annuale 2024 basato su strumenti finanziari) ha registrato dissensi crescenti dei soci rispetto a quelli manifestati con il voto dello scorso anno. In particolare il primo sottopunto relativo agli stipendi previsti quest’anno (tra fisso e bonus variabile) ha sì ricevuto l’approvazione del 54,5% del capitale (erano presenti soci per il 61,5% del capitale) ma la quota di capitale di voti contrari è salita anno su anno dal 5,46% al 6,98% e così è avvenuto anche nel secondo sottopunto dove i “no” sono saliti anno su anno dal 2,9% al 3,72% del capitale. Contrari sul primo sottopunto molti fondi esteri targati Bnp Paribas, Dws, Hsbc, Legal and General, Mercer, Natixis, State Street e un fondo di Ubs, il fondo pensione di Abu Dhabi e la francese Caisse des Depots. Il Comitato Remunerazioni della banca guidata da Messina e che prepara le relazioni sul tema sottoposte al voto dei soci, è presieduto da Paolo Andrea Colombo e vede presenti Franco Ceruti, Anna Gatti, Liano Logiurato e Luciano Nebbia.