I giocattoli Artsana non giocano.
Business sempre più in perdita per Artsana, il gruppo dei prodotti per l’infanzia guidato dall’amministratore delegato Alberto Zotta, controllato per il 60% dal fondo Investindustrial di Andrea Bonomi attraverso la lussemburghese Baby Care International Development e per il restante 40% dalla famiglia Catelli. Il bilancio consolidato 2023 ha visto infatti i ricavi diminuire a 1,35 miliardi di euro dagli 1,42 miliardi dell’esercizio precedente e anche se l’ebitda è progredito anno su anno da 145 a 148 milioni, l’ebit è calato da 42 a 26 milioni e la perdita s’è allargata da 14 a 130 milioni. L’aumento del costo del personale (da 247 a 267 milioni), di ammortamenti e svalutazioni (da 98 a 116 milioni) e degli oneri finanziari (da 58 a 66,8 milioni) hanno inciso non poco sull’ultima riga. Anche il bilancio ordinario s’è chiuso in profondo rosso, quasi quadruplicato anno su anno da 37,3 a 111,2 milioni, passivo imputato a nuovo per 40,8 milioni e il restante alla riserva. A livello di vendite Artsana nel baby care ha realizzato 592 milioni (in calo del 15% sul 2022 per le difficoltà sul mercato americano e per la vendita a Sodalis del 75% di The Good Vibes, proprietaria del wellness brand Goovi) che si sono sommati ai ricavi di Prénatal Retail Group (Prg), cresciuti invece da 726 a 765 milioni. Il valore totale dell’attivo immobilizzato è diminuito anno su anno da 1,45 miliardi a un miliardo per le cessioni di Prénatal Olanda e Distritoys e il patrimonio netto di 286,5 milioni è a fronte di una posizione finanziaria netta a debito migliorata anno su anno da 917 a 692 milioni. Il gruppo è presente in oltre 20 paesi con circa mille punti vendita e occupa 6mila addetti.
