Baruffe cinesi per i Malacalza.
Baosteel Europe Gmh, filiale tedesco dell’omonimo gruppo siderurgico cinese, ha attivato un arbitrato contro Castel, la holding lussemburghese della famiglia Malacalza che detiene il 49% di Baosteel Italia Distribution Center (Bidc). Il gruppo cinese, infatti, vuole esercitare l’opzione di vendita del suo 51% in Bidc, presieduto da Zhijun Ni, che nel 2023 ha segnato ricavi per 347 milioni di euro con un utile di 1,7 milioni e che nel primo trimestre di quest’anno ha fatto segnare un volume totale di quasi 57mila tonnellate di acciaio. Ma proprio poche settimane è stata sancita la spaccatura fra i due soci perché l’assemblea degli azionisti ha approvato il bilancio col solo voto favorevole del gruppo cinese e Castel ha votato contro. Peraltro nel bilancio 2023 della holding dei Malacalza si scrive che la società rigetta la pretesa di vendita da parte del gruppo cinese e giudica “debole” la possibilità che soccomba in arbitrato. Castel con Simatrade, entrambe guidate da Mattia Malacalza, sono le due holding lussemburghesi dei Malacalza, unici veicoli rimasti attivi dopo la scissione della lussemburghese Ofima varata nel 2007 da cui è nata poi la capogruppo italiana Hofima. Castel ha chiuso il 2023 con un passivo di 773mila euro dopo aver accumulato negli esercizi precedenti perdite per oltre 5,5 milioni. Simatrade, che compila il bilancio in dollari, lo scorso anno ha invece guadagnato 1,3 milioni rispetto al rosso di 780mila dollari dell’esercizio precedente. La società detiene solo liquidità per 21,6 milioni.
