Genextra, doppio colpo di Micheli.
Due affaroni da vendite a pochi mesi di distanza l’uno dall’altro per Genextra, la holding biotech presieduta da Francesco Micheli (che la controlla attraverso la Micheli Associati) e guidata da Paolo Fundarò, di cui sono azionisti fra gli altri Intesa Sanpaolo, BancoBpm, il gruppo Toti, Pirelli, Luca Cordero di Montezemolo, Banca Ifis e Federica Draghi, figlia di Mario. Pochi giorni fa, infatti, è stato depositato il bilancio 2023 di Genextra che s’è chiuso con un utile di 4,2 milioni di euro, interamente accantonato, rispetto alla perdita di 1,1 milioni del precedente esercizio. Ma il bilancio riporta i dettagli delle due importanti dismissioni: quella del 13,4% della biotech Intercept Pharma, quotata al Nasdaq, ceduta tramite opa ad Alfasigma, gruppo farmaceutico italiano della famiglia Golinelli, e quella successiva del 39,9% della biotech EryDel (partecipata fra l’altro da Innogest sgr e Sofinnova) all’americana Quince Therapeutics, anch’essa presente sul Nasdaq. La quota di Intercept, pari a 4 milioni di azioni, era in carico nel bilancio 2022 di Genextra a 25,6 milioni e visto che l’offerta di Alfasigma ha valorizzato il pacchetto quasi 72 milioni ciò ha significato una plusvalenza di circa 45 milioni. Ecco così che, come riporta il bilancio, a novembre scorso i soci di Genextra si sono remunerati per 60,6 milioni tratti dalle riserve. L’investimento in Intercept è stata davvero una manna per Micheli & soci. Infatti nel settembre del 2020 la società cedette il 4,6% della biotech quotata al Nasdaq incassando oltre 71 milioni di dollari e prima nel maggio dello stesso anno aveva venduto oltre 595 mila azioni Intercept incassando altri 50,3 milioni di dollari.
La cessione della quota EryDel della fine dello scorso ottobre ha visto i soci venditori ricevere 7,2 milioni di nuove azioni Quince (pari a circa il 16,7% del capitale post operazione) oltre a futuri pagamenti in denaro legati al raggiungimento di obiettivi di sviluppo, regolatori e commerciali dei programmi aziendali, per massimi 485 milioni di dollari. Genextra ha quindi diritto a 195 milioni di dollari di tutte le distribuzioni previste, mentre ha già ricevuto titoli Quince che oggi valgono 2,5 milioni di dollari. La relazione sulla gestione sottolinea che di quei 195 milioni circa 50 milioni sono raggiungibili nei prossimi quattro anni in caso di approvazione e lancio dei farmaci e “in considerazione del valore del programma EryDel generato fino a oggi esistono possibilità concrete di incasso di alcuni o tutti i pagamenti futuri previsto”. E’ quindi all’orizzonte un altro grande affare per gli azionisti di Genextra, nel cui portafoglio rimangono le biotech controllate Tethis e Innovheart e il 4,5% della svizzera TargImmune.
