Ferak, un piede in Mediobanca.

Continuano le tensioni fra i soci di Ferak, il “salottino” finanziario veneto proprietario di un consistente pacchetto di Assicurazioni Generali (circa l’1,2%) che vede come primo azionista la famiglia degli Amenduni con i veicoli Acciaierie Valbruna, Fingram, Finval e Pegaso (70,3%), la Finint di Enrico Marchi (11,92%) tramite il veicolo Sviluppo 56, Veneto Banca in liquidazione coatta amministrativa (16,37%) e Gianfranco Zoppas con 1,4%. Qualche settimana fa, infatti, a Vicenza guidata dal presidente Paolo Ingrassia s’è svolta l’assemblea dei soci per approvare il bilancio 2023 chiuso nella parte ordinaria con un utile di 11,8 milioni di euro rispetto a quello di 21,2 milioni del precedente esercizio. Il verbale dell’assemblea riporta una serie di “omissis” riguardanti evidentemente le contestazioni di alcuni soci tanto che al momento del voto il bilancio è stato approvato dai soli veicoli degli Amenduni mentre Marchi ha votato contro e Veneto Banca s’è astenuta. Lo scontro s’è ripetuto sul rinnovo del collegio sindacale perché i veicoli degli Amenduni hanno bocciato la proposta di Marchi di inserire un sindaco espressione della minoranza. La quota in Generali (che lo scorso anno ha assicurato una cedola di oltre 12 milioni) è pari a 10,3 milioni di titoli in carico invariati a 197,1 milioni anche se la nota integrativa segnala che nello scorso aprile Ferak ha venduto 200mila azioni del Leone di Trieste realizzando una plusvalenza di 735mila euro. Il pacchetto è in carico a 19 euro per azione, segnando quindi una potenziale plusvalenza rispetto all’attuale prezzo borsistico di 25 euro. La principale controllata di Ferak è Effeti che ha chiuso il 2023 in utile per 8,4 milioni e lo scorso anno tra i suoi investimenti ha rilevato un pacchetto di 1,2 milioni di azioni Mediobanca, pari allo 0,14% del capitale, pagandole 14,8 milioni