Si piega l’acciaio dei Beltrame.

Il difficile 2023 dell’industria siderurgica mondiale e italiana con calo della produzione e tensione sui prezzi s’è riflesso nei numeri da poco approvati del gruppo della veneta Beltrame Holding (Bh), la cassaforte della famiglia di Barbara Beltrame, già vicepresidente di Confindustria, a monte della operativa Afv Acciaierie Beltrame. Il gruppo, presieduto da Antonio Beltrame padre di Barbara e che occupa 2mila addetti, ha chiuso infatti il bilancio consolidato dello scorso anno evidenziando ricavi per oltre 1,7 miliardi rispetto ai 2,2 miliardi del 2022, calati quindi del 21% e ciò anche se i volumi di vendita sono passati da 2 milioni a oltre 2,1 milioni di tonnellate. Deciso il peggioramento dei margini reddituali perché ebitda ed ebit sono calati anno su anno rispettivamente, da 421,6 a 51,3 milioni e da 353 milioni a -61 milioni tanto che l’ultima riga ha visto una perdita di 87,5 milioni rispetto all’utile di 285,1 milioni del 2022. La posizione finanziaria netta, pur restando positiva, è calata da 74,6 a 48 milioni anche a fronte di 151,5 milioni di investimenti. A fine giugno del 2023 la controllata Afv Acciaierie Beltrame ha acquistato il 100% di Idroelettriche riunite, società di produzione di energie rinnovabili. Il bilancio ordinario di Bh s’è chiuso con un utile di 27 milioni di poco superiore a quello dell’anno prima e a proposito dell’andamento del 2024 la relazione sulla gestione dice che il gruppo “ritiene perseguibili obiettivi di redditività e di generazione di cassa operativi” anche se la situazione economica potrebbe portare al mancato rispetto di alcuni covenant sui finanziamenti bancari in essere.