De Benedetti litiga col Fisco.
Ancora una perdita per la torinese Romed, la cassaforte con cui Carlo De Benedetti opera nel trading di azioni, obbligazioni e valute e che effettua anche alcuni investimenti societari e che ha aperto un contenzioso con il Fisco. L’esercizio 2023, da poco depositato, s’è infatti chiuso con una perdita di quasi 20 milioni di euro, migliore comunque del passivo di 44 milioni del precedente esercizio. Il disavanzo, rinviato a nuovo dall’assemblea degli azionisti, facendo così scendere il patrimonio netto a poco più di 50 milioni), rappresenta però l’ennesima perdita di Romed, che dieci anni fa nel 2014 aveva chiuso il bilancio con un utile record di 93,4 milioni. Da dove arriva la nuova perdita di Romed, che pure ha un attivo di 225,3 milioni? I “proventi da partecipazioni” sono rimasti stabili a 5,5 milioni ma i proventi finanziari rappresentati perlopiù dai guadagni derivanti dalla negoziazione di titoli in portafoglio, sono calati anno su anno da 15,5 a 10,5 milioni e il conto economico è stato poi appesantito da svalutazioni (non specificate) per 3,1 milioni rispetto ai 18 milioni di writeoff del 2022. C’è da dire che De Benedetti continua a godere di ottimo credito bancario perché i debiti di Romed verso banche sono saliti anno su anno da 107,5 a 118,4 milioni: la nota integrativa spiega trattarsi di “linee di credito a revoca”, senza scadenza, e garantite dal pegno su titoli azionari di proprietà per un controvalore di 113,1 milioni. La nota integrativa evidenzia poi che l’Agenzia delle Entrate a seguito di accertamenti fiscali ha chiesto a Romed International (controllante Romed) e interamente di proprietà dell’Ingegnere, il pagamento di 6,6 milioni avviando nel 2024 una procedura esecutiva di pignoramento a valere sul finanziamento infruttifero erogato dalla controllante a favore della controllata. Sia Romed International sia Romed hanno contestato gli addebiti e, come dice la nota, “è intenzione delle società proseguire al lite, qualora necessario, sino all’ultimo grado di giudizio”. Nel portafoglio della cassaforte dell’Ingegnere figurano fra l’altro il 4,3% circa di Arum (a monte del gruppo agricolo quotato Bf di Federico Vecchioni), il 98% di Editoriale Domani (che pubblica l’omonimo quotidiano), il 6,1% di Betaglue Technologies, il 6,4%, il 10,9% e il 16,1% dei veicoli di medtech Twh Eye, Twh Hypertension e Twh Hypertension 3 e lo 0,06% di Campus Bio Medico, struttura romana ospedaliera di eccellenza nata sotto il segno dell’Opus Dei.
