Italfarmaco, più ricavi ma meno utili.
Ricavi in crescita ma utili in frenata per Italfarmaco Holding, la cassaforte dei fratelli Francesco e Claudio De Sanctis che controllano l’omonima multinazionale farmaceutica e chimico-farmaceutica, fondata nel 1938 e che oggi occupa oltre 3mila 600 addetti. Il gruppo è presente in Italia, Svizzera, Francia, Spagna, Germania, Portogallo, Grecia, Russia, Turchia, Cile, Perù, Marocco e per la consociata Chemi anche in Usa e Brasile. Il consolidato 2023 s’è chiuso con vendite per 985,9 milioni di euro in progresso del 18% sull’anno prima, ma l’ebitda è calato da 188,1 a 182,3 milioni e l’utile netto s’è quasi dimezzato da 83,4 a 42,2 milioni. Il settore farmaceutico ha contribuito ai ricavi per 864,4 milioni cresciuti del 24% grazie al primo consolidamento di Lacer (l’azienda spagnola acquisita a fine 2022, leader nella cura della salute e dell’igiene personale) e della controllata Efarmes e quello chimico per 121,3 milioni in calo di 18 milioni dal 2022. La solidità del gruppo è fuori discussione perché il patrimonio netto anno su anno è salito da 1 a 1,02 miliardi così come la posizione finanziaria netta positiva è migliorata da 98,2 a 184,5 milioni, pur avendo fatto investimenti per 34,1 milioni. La redditività è diminuita anche nel bilancio ordinario 2023 chiuso con un utile netto calato anno su anno da 75,6 a 56 milioni mentre è stato distribuito ai soci un dividendo di 2,3 milioni, mandando il profitto restante a riserva. Nel primo quadrimestre 2022 le vendite lorde hanno superato i 360 milioni, in crescita del 2% rispetto allo stesso periodo dell’anno prima e a marzo scorso negli Usa la Fda ha approvato il farmaco Duvyzat per il trattamento contro la distrofia muscolare di Duchenne.
