Petali di utili per le Mimose di Segre.

Reggono i business di Massimo Segre, nonostante le sue disavventure sentimentali e quelle più gravi giudiziarie che lo vedono indagato per falso in bilancio e abusivismo finanziario dalla procura di Torino. Lo dicono i numeri del 2023 di Mi.mo.se, la cassaforte del finanziere torinese ove confluisce anche il suo studio professionale di commercialista. Segre, infatti, qualche settimana fa ha destinato a nuovo l’utile di oltre 2,8 milioni di euro segnato lo scorso anno dopo che l’esercizio precedente s’era chiuso con un profitto di 2,64milioni. L’attivo della holding di Segre, pari a 216,7 milioni, è costituito da immobili in carico a 11,8 milioni, asset immobilizzati per 37,4 milioni, crediti per 150,5 milioni (di cui 126,2 milioni verso le controllate) e attività finanziarie non immobilizzate pari a 16,1 milioni, costituite da un portafoglio di azioni quotate. In portafoglio a fine 2023 risultava lo 0,5% della quotata Directa Sim presieduta da Segre che secondo il verbale dell’ultima assemblea dei soci della scorsa primavera la controlla col 50,06% in mano a Futuro a sua volta in capo alla società semplice Roseto. Ma negli ultimi mesi Mi.Mo.se ha acquistato in pià riprese azioni Directa salendo così al 52,4% complessivo. Il commercialista torinese è quindi l’azionista di controllo, davanti a Andrea Grinza (co-fondatore) con il 10,08%, Mario Fabbri (8,99%) e l’amministratore delegato Vincenzo Tedeschi con il 6,05%. Fra le controllate di Mi.mo.se. figurano poi la Studio Segre e Ipi Domani (finanziata per 116 milioni) a sua volta controllante il gruppo immobiliare Ipi. Ipi, con un patrimonio immobiliare di 256,8 milioni e ha chiuso il 2022 con ricavi consolidati in calo anno su anno da 59,8 a 47,3 milioni e una perdita di 10 milioni dopo quella di 11,5 milioni del precedente esercizio, tanto che non è stato erogato nessun dividendo agli azionisti. Infine tra le partecipazioni di Mi.mo.se, che ha un patrimonio netto di 94 milioni e debiti per 121,4 milioni, compaiono poi il 21,6% di Mit Sim e il 26,3% nell’impresa di costruzioni immobiliari Sogi, controllata dalla famiglia torinese Castagno.