Sbancata Bank of Art.
Arriva al capolinea la milanese Bank of Art (BoA), società di consulenza in opere d’arte e vendita fondata da Roberto Crippa. Qualche giorno fa, infatti, il giudice di Milano Guendalina Pascale ne ha decretato la liquidazione giudiziale nominando quale curatore Massimo Romanò e convocando i creditori il 5 febbraio 2025 per l’esame dello stato passivo. Il tribunale lo scorso 6 giugno aveva rilevato che la proposta di concordato in continuità presentata dall’azienda che prevedeva la suddivisione dei creditori in 5 classi non era stata approvata all’unanimità dai creditori che s’erano espressi favorevolmente solo nelle categorie 3 e 5 e perciò aveva dato tempo a BoA di presentare una nuova proposta entro lo scorso 12 luglio. Il termine è decorso senza che pervenisse la nuova proposta e di qui, perciò, la liquidazione. La società era fondata nel 2004 con un capitale di 758mila euro interamente controllato dall’inglese Fine Arts. Cinque anni dopo la sua nascita Bank of Art aveva segnato un fatturato superiore ai 2 milioni con un patrimonio netto di 250mila euro. La crisi era nata per l’acquisto di un pacchetto di azioni della Diversified World Corporation 3.0 quotata all’Euronext a Parigi, ma poi dichiarata fallita. Il bilancio 2022 aveva registrato una perdita di 438mila euro su 4,3 milioni di ricavi, a fronte però di debiti per 3,5 milioni.
