La Fibra amara di Sir Branson.
Italia amara per Sir Richard Branson. Qualche giorno fa, infatti, Caterina Macchi giudice delegato del tribunale di Milano ha ammesso Virgin Fibra alla procedura di composizione della crisi dando tempo due mesi all’azienda per presentare un piano di concordato o e nominando Andrea Nannoni quale commissario. Sono passati da poco due anni da quando a metà ottobre del 2022 Branson, fondatore del gruppo Virgin, e Tom Mockridge (ex ceo di Sky), ceo di Virgin Fibra, avevano presentato a Milano il nuovo provider italiano di internet in fibra ottica, che si aggiungeva così una società alla galassia Virgin, già presente nel Paese con 40 palestre di Virgin Active, i programmi di Virgin Radio e la flotta di crociere di VirginVoyages. “Per troppo tempo le case di tutta Italia hanno sofferto di connessioni lente e instabili a causa del cavo di rame – aveva affermato Branson – quindi, nel vero spirito Virgin, Virgin Fibra è arrivata per fare le cose in modo diverso. È tempo di introdurre sul mercato italiano semplicità, trasparenza e una connessione internet più veloce, garantita dalla fibra pura della tecnologia Ftth (fibre to the home) di Open Fiber”. Ma le cose non sono andate nel verso giusto, in due anni i ricavi sono stati quasi inesistenti e così pochi giorni fa Mockridge in un consiglio d’amministrazione ha verbalizzato di chiedere la procedura perché “la società versa in una situazione di crisi e diviene necessario adottare una decisione nell’interesse dei creditori, evitando al contempo che taluno di essi possa agire sui beni sociali con il rischio di alterare il principio della par condicio creditorum”.
