Pile scariche per Meta System.
La crisi del settore automotive fa un’altra vittima. Qualche giorno fa, infatti, Pasquale Liccardo giudice delegato del tribunale di Bologna ha ammesso al procedimento unitario di composizione della crisi in vista di un piano di concordato la Meta System di Reggio Emilia, di proprietà cinese. L’azienda, nata nel 1973 e che con oltre 150 brevetti produce batterie per auto elettriche collaborando con i principali marchi “premium” (da Bmw a Stellantis, da Porsche a Volvo) è presieduta da Qiu Yang con Alessandro Cuccone quale amministratore delegato. Nel ricorso presentato al tribunale felsineo per conto di Meta System dallo studio Dentons si ricorda che il capitale vede la quotata cinese Shenzen Deren Electronic al 35,1% affiancata dal fondo pubblico cinese Sichuan Gloport Investment Group (34,5%), Shenzen Renewable (17,8%) e China Alliance Investment (12,5%). L’azienda è stata colpita dalla doppia crisi dell’automotive e dell’e-mobility, oltre che dalla crisi dei semiconduttori e dall’aumento dei costi delle materie prime. A fronte di ciò Meta System ha avviato un processo di financial accounting negoziando con banche (Banca Ifis, Bper, Intesa Sanpaolo e UniCredit) e fornitori, ma a maggio scorso la perdita cumulata era di 85,6 milioni con un patrimonio netto negativo per 17,6 milioni. A fine 2023 i ricavi erano di 266 con debiti per 206 milioni. Il piano di concordato sarà redatto con l’ausilio del consulente aziendale Franco Carlo Papa e di PwC quale advisor finanziario che ha allo scorso 16 dicembre aveva già raccolto 25 “nda” da parte di potenziali investitori. Il piano prevederà il rimborso integrale dei crediti prededucibili e privilegiati e di quelli chirografari in percentuale da determinare.
