Le manovre dei Rocca.

Nuova riduzione del capitale per Ternium Investments (TI), uno dei bracci finanziari più importanti con cui opera la dinastia siderurgica italiana dei Rocca che nella catena di controllo parte dalla fondazione privata olandese Rocca & Partners Stichting e approda nel Granducato con la cassaforte San Faustin. Qualche settimana fa, infatti, davanti al notaio Martine Schaeffer la controllante quotata Ternium ha deciso di riacquistare oltre 92,8 milioni di azioni di TI di categoria B al prezzo di 2 dollari ciascuna per un ammontare complessivo di 185,6 milioni, determinando così una riduzione del capitale a 2,88 miliardi dopo quella di 451,4 milioni varata nella scorsa estate. La subholding, alla quale oltre undici anni fa furono trasferiti asset consistenti per circa 9 miliardi dalla controllante Ternium, ha chiuso il bilancio 2023 con un utile progredito anno su anno da 603,1 a circa 696 milioni che s’è aggiunto ai 446,7 milioni di profitti portati a nuovo. Il miglior profitto deriva dagli accresciuti dividendi incassati dalle controllate fra cui soprattutto i 475 milioni da Ternium Internacional Espana (in carico a 6,8 miliardi) a cui si sono aggiunti i 110 milioni arrivati dall’olandese Ternium International Bv (in carico a 134 milioni), 96,3 milioni dell’olandese Exiron Bv (in carico a 124 milioni) e i 13,3 milioni dalla brasiliana Usiminas, partecipata al 20%. A riduzione del capitale conclusa Ternium detiene in TI 36mila azioni di categoria A e oltre 2,8 miliardi di titoli di categoria B.