La villa di De Benedetti da Torino a Milano.
A vent’anni dalla sua costituzione avvenuta nel 2005 trasloca da Torino a Milano la sede legale della società semplice Ca’ di Nostri di proprietà di Carlo De Benedetti e della moglie Silvia Cornacchia e a cui è intestata la omonima vecchia cascina, ristrutturata in villa, sulle colline piemontesi di San Luigi nel comune di Dogliani. Nei giorni scorsi, infatti, proprio a Dogliani l’Ingegnere e la consorte hanno firmato una “scrittura privata di modifica di patti sociali” con la quale la sede legale della società è stata trasferita da via Valeggio 41 a Torino in via Manzoni 42 a Milano. La scrittura precisa che la proprietà di Ca’ di Nostri, che ha un capitale di 2mila euro, è ripartita a metà fra i due coniugi ma che a De Benedetti spettano i poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione. Da una visura catastale aggiornata la società è proprietaria nel comune del cuneese di quattro abitazioni “di tipo civile” con, rispettivamente 23,5, 9,5, 7,5 e 5,5 vani, di un garage di 308 metri quadrati, di un magazzino di 70 mq e di cinque terreni che si estendono su 18mila metri quadrati complessivi, il più grande dei quali (11mila mq) è dedito a vigneto. Lo spostamento della sede legale di Ca’ di Nostri è significativo perché la società nacque proprio in via Valeggio presso lo Studio Segre, importante famiglia di commercialisti del capoluogo piemontese, tanto che Franca Bruna Segre ne fu procuratrice fin dall’inizio e alla sua scomparsa la carica passò al figlio Massimo. Allo stesso indirizzo meneghino nelle scorse settimane sempre De Benedetti ha trasferito la sede legale, precedentemente sempre presso lo Studio Segre, anche di Romed International e della controllata Romed, braccio italiano degli investimenti dell’Ingegnere. Massimo Segre ha avuto ultimamente qualche disavventura, da quella “sentimentale” con Cristina Seymandi a quella più seria che lo vede indagato con altri in quanto patron di Directa Sim per abusivismo bancario, falso in bilancio, corruzione tra privati e abusiva attività di mediazione creditizia.
