I numeri dell’altro Caltagirone.
L’ anno della completa uscita dalla pandemia ha beneficiato i conti di Fonte, holding del costruttore romano Leonardo Caltagirone, fratello minore del più noto Francesco Gaetano. La cassaforte, che raggruppa oltre una trentina di società operanti nella costruzione e vendita di immobili, presenta a fine 2023 (il bilancio è stato appena depositato) una perdita consolidata che s’è ridotta a 2,3 milioni dai quasi di quasi 10 milioni del precedente esercizio, ma il valore della produzione è salito anno su anno da 52,6 a 77,5 milioni. C’è da osservare il conto economico è stato sì segnato da oneri finanziari lievitati da 11,7 a 22,7 milioni a fronte dell’aumento dei tassi bancari, ma in compenso sono scomparse le svalutazioni di attivi finanziari che nel bilancio del 2022 avevano pesato per 10 milioni, pur se la liquidita è diminuita da 343,2 a 9,2 milioni. Va poi rilevato che il gruppo di Caltagirone è un forte contributore dell’Erario perché la voce delle imposte pagate è quasi quadruplicata anno su anno da 4,6 a 17,4 milioni. “In una situazione di mercato che ancora risente delle incertezze legate all’evoluzione del contesto economico e geopolitico – dice l’amministratore unico Francesco Lionetti nella relazione sulla gestione – il carico fiscale rimane fortemente sperequato e quasi espropriativo, soprattutto per quanto concerne gli oneri a carico delle iniziative edilizie ancora da sviluppare”. La crescita dei ricavi deriva dal business model che ha puntato sugli affitti residenziali, che hanno raggiunto alcuni picchi specialmente a Milano e stanno avendo ottimi risultati a Roma.
