Artsana, i bebè piangono.

Soffre ancora il business di Artsana, il gruppo dei prodotti per l’infanzia guidato da fine dello scorso anno dall’amministratore delegato Alberto Rivolta, controllato per il 60% dal fondo Investindustrial di Andrea Bonomi attraverso la lussemburghese Baby Care International Development e per il restante 40% dalla famiglia Catelli. Il bilancio consolidato del 2024 ha visto infatti i ricavi diminuire a 1,33 miliardi di euro dagli 1,35 miliardi dell’esercizio precedente e anche se l’ebitda è rimasto stabile a 148 milioni, l’ebit è progredito da 26 milioni a 42 milioni e la perdita s’è più che dimezzata da 130 milioni a 47 milioni. “Il gruppo con il marchio Chicco – dice la relazione sulla gestione – ha mostrato nel 2024 una decisa accelerazione sul piano dell’innovazione, attraverso l’introduzione sui mercati globali di oltre 80 novità” ed è stato rinnovato pressoché interamente il portafoglio “Juvenile” nelle categorie seggiolini auto e seggioloni. Anche il bilancio ordinario s’è chiuso in rosso, sia pur dimezzato anno su anno da 111,2 milioni a 55 milioni, passivo ripianato interamente attingendo alle riserve. A livello di vendite Artsana nel segmento baby care ha realizzato ricavi per 567 milioni (in calo dai 592 milioni del 2023) cui si sono sommati 768 milioni del retail (Prénatal Retail Group), stabili sull’anno prima, con un ebitda, rispettivamente di 50 e 98 milioni.