L’acciaio Marcegaglia si piega.
Drastico calo dei ricavi e della redditività per Marcegaglia Holding, a capo dell’omonimo gruppo siderurgico e delle attività diversificate, presieduta da Emma Marcegaglia che ne è anche amministratrice delegata assieme al fratello Antonio. Il bilancio consolidato dell’esercizio 2024, in un anno di calo dei prezzi dell’acciaio, ha registrato infatti un utile di 107,8 milioni di euro quasi dimezzato rispetto ai 205,6 milioni dell’esercizio precedente, con un ebitda calato da 650 milioni a 469 milioni. C’è da osservare che anche il bilancio civilistico della holding dei Marcegaglia ha sofferto, visto l’utile arretrato anno su anno da 120,6 milioni a 82,7 milioni, tutto mandato a riserva. Il gruppo, che ha un organico di oltre 6mila 700 addetti e serve oltre 15mila clienti, ha visto il fatturato complessivo in arretramento da 8,1 miliardi a 7,1 miliardi: il calo per il comparto steel che rappresenta il 96% del totale, è dovuto essenzialmente alla riduzione dei prezzi di vendita e in misura più contenuta al calo dei volumi. L’export è ammontato a 4,3 miliardi pari al 60% del totale dei ricavi (61% nel 2023), di cui l’80% verso paesi dell’area Ue (78%) e il 20% verso altri paesi. Nel primo trimestre di quest’anno, dice la relazione sulla gestione, i volumi di vendita sono rimasti quasi invariati (-1,8%) rispetto allo stesso periodo del 2024 mentre il calo dei di ricavi è stato più marcato (-9,5%) per il calo dei prezzi medi dei prodotti in acciaio al carbonio e ciò fa prevedere che i risultati del 2025 siano in linea con quelli dell’anno scorso.
