Gottardo separa gli asset.

Tiziano Gottardo, torinese, classe 1960, patron del gruppo omonimo proprietario del noto brand “Tigotà” (distribuzione di cosmetici) che fattura oltre 1,3 miliardi occupando circa 5mila addetti, e che da anni ha avviato una diversificazione dei suoi interessi economici con importanti investimenti immobiliari in quote di private equity, vara un importante riassetto delle sue holding, anche nell’ottica di favorire il passaggio generazionale. Nei giorni scorsi, infatti, è stata perfezionata la scissione mediante scorporo della Maior, di cui Gottardo è presidente e che controlla al 100% tramite l’accomandita Viribus, a favore di due beneficiarie. Le newco sono la Tima RE, una società immobiliare, e la TiBag che fungerà da holding di partecipazioni.  L’operazione “rientra – spiegano i documenti societari – nell’ambito di un più esteso piano di riorganizzazione del gruppo di cui Maior è holding operativa”. “In particolare – si legge ancora – le due beneficiarie saranno altresì in seguito beneficiarie di due operazioni di scissone parziale proporzionale che saranno deliberate dalla controllata Gottardo Spa”. Successivamente “la beneficiaria immobiliare procederà con una o più fusioni per incorporazioni per riallocare tutti gli investimenti immobiliari di gruppo all’interno di un unico veicolo”. Nel dettaglio a Tima RE saranno traferiti un attivo con un valore contabile di circa 18 milioni (composto perlopiù da immobili situati soprattutto in Veneto) mentre gli attivi trasferiti a TiBag valgono 46,4 milioni e sono rappresentati da numerosi asseti finanziari tar cui quote dei club deal di Mediobanca (e fondi alternativi lanciati dalla stessa con Blackrock e Russell), di quello lanciato da Stefano Marsaglia (ex Mediobanca), e circa il 20% della quotata RedFish LongTerm Capital, “con esclusione .- si legge nei documenti – delle sole società appartenenti al gruppo familiare: Gottardo, Aromatika, Ameba, Tigotà Swiss e Kayak Family Office”. Post scissione in Maior, oltre al 100% di Tima RE e TiBag, resteranno comunque attivi pari a 142 milioni rappresentati da immobilizzazioni finanziarie (le controllate non oggetto di scorporo) per 118,7 milioni, crediti per 17 milioni e liquidità per 6,3 milioni. L’accomandita controllante Maior vede Gottardo quale accomandatario, presidente e azionista di controllo con il 65% con il restante 35% in suo usufrutto mentre la nuda proprietà (presumibilmente degli eredi) è schermata da Arepo Fiduciaria.