Italfarmaco in salute.

Ricavi e utili in crescita per Italfarmaco Holding, la cassaforte dei fratelli Francesco e Claudio De Sanctis che controllano l’omonima multinazionale farmaceutica e chimico-farmaceutica, fondata nel 1938 e che oggi occupa oltre 3mila 800 addetti. Il gruppo è presente in Italia, Svizzera, Francia, Spagna, Germania, Portogallo, Grecia, Russia, Turchia, Cile, Perù, Marocco e per la consociata Chemi anche in Usa e Brasile. Il consolidato del 2024 s’è chiuso con vendite per oltre 1,1 miliardi di euro in progresso del 12,9% sui 958 milioni dell’anno prima, l’ebitda è aumentato anno su anno da 182,3 milioni a 272,6 milioni e l’utile netto è triplicato da 42,2 milioni a 133,6 milioni. Il settore farmaceutico e consumer health ha contribuito ai ricavi per un miliardo in progresso del 16% sul 2023, grazie al contributo delle società operanti nell’area iberica e in centro nord Europa oltre all’Italia, a fronte della riduzione delle vendite in Cile. Il settore chimico, con ricavi per 106,7 milioni, è invece calato di 14,7 milioni sull’anno prima principalmente in capo a Chemi Usa, Chemi Italia e Chemi Brasile. Fra l’altro nel 2024 l’autorità americana Fda ha approvato il farmaco Duvyzat per la distrofia di Duchenne. La solidità del gruppo è fuori discussione perché il patrimonio netto anno su anno è salito da un miliardo a 1,1 miliardi così come la posizione finanziaria netta positiva è migliorata da184,5 milioni a 350 milioni, pur avendo fatto investimenti per 44,6 milioni. Il bilancio ordinario del 2024 s’è chiuso con un utile netto calato anno su anno da 56 milioni a 42,4 milioni ma è stato distribuito ai soci un dividendo invariato anno su anno di 2,3 milioni, mandando il profitto restante a riserva. Nel primo quadrimestre del 2025 le vendite nette del gruppo sono in progresso del 35,3% sullo stesso periodo dell’anno prima e il Duvyzat è stato approvato anche dall’agenzia europea Ema.