Preziosi, Giochi di salvataggio.

Enrico Preziosi gioca l’ultima carta per salvare il suo gruppo Giochi Preziosi (GP), in crisi da anni. Lo scorso 30 ottobre, infatti, il tribunale di Milano con Sergio Rossetti quale giudice delegato che ha nominato qual esperto Ignazio Arcuri ha ammesso la GP alla procedura di composizione negoziata della crisi in vista della presentazione di un piano di risutrurrazione del debito, concedendo le misure protettive dai creditori per 60 giorni. Il tribunale ha così accolto la richiesta in tal senso presentata per conto di GP dagli avvocati dello studio Pedersoli Gattai, advisor legale di Preziosi che conta su Rothschild quale advisor finanziario. Il ricorso spiega che il piano di concordato prevede l’intervento finanziario di sostegno da parte dello stesso Preziosi con nuovi investitori (Dea Capital Alternative Fund Sgr del gruppo De Agostini e Sagitta Sgr di Europa Investimenti). Il piano si basa anche dal punto di vista industriale sulla razionalizzazione del canale retail di GP per abbattere i costi, sull’integrazione con la controllata spagnola Famosa (produzione e vendita di giocattoli) che consentirà sinergie pari a 3 milioni all’anno e sul rafforzamento del canale wholesale oltre a una espansione internazionale; il tutto per raggiungere un ebitda di oltre 50 milioni di euro nel 2030. Lo scorso 23 ottobre a Milano nello studio del notaio Ciro De Vivo s’era presentato lo stesso Preziosi per guidare una riunione del consiglio d’amministrazione di Giochi Preziosi, alla quale era presente anche l’avvocato Alessandra Zanotti dello studio Pedersoli Gattai. Preziosi aveva verbalizzato che “la società versa in una situazione di crisi” e ciò “rende necessario accedere a uno degli strumenti previsti dal Codice della crisi d’impresa”, al fine di evitare la richiesta di liquidazione avanzata da un creditore al tribunale di Milano. Preziosi ha spiegato che “con l’ausilio dei propri consulenti è in corso l’elaborazione di un piano volto al superamento dell’attuale stato di tensione economico-finanziaria”.