Arras Group al capolinea.

Capolinea per Arras Group (AG), società tecnologica di sviluppo immobiliare di seconde case e sospesa dalle quotazioni su EGM PRO. Lo scorso 3 novembre, infatti, il tribunale di Milano con Francesco Pipicelli quale giudicato delegato ha decretato la liquidazione dell’azienda nominando quali curatori Francesco Torcellan e Mario Gaetano Candiani e ha convocato i creditori il 4 marzo del 2026 per l’esame dello stato passivo. Il provvedimento è giunto inevitabile dopo che AG non ha presentato un piano di concordato entro il termine atteso dello scorso 5 agosto dopo che lo stesso tribunale aveva nominato Ignazio Arcuri come amministratore giudiziario, con il compito di provvedere all’ordinaria gestione e agli atti eccedenti l’ordinaria amministrazione. La nomina era arrivata nell’ambito del procedimento instaurato con ricorso depositato il 30 gennaio scorso dal socio di minoranza Jean Christophe Babin (ceo della divisione Watches di Lvmh ed ex ceo di Bulgari), che chiedeva la revoca dei componenti del consiglio di amministrazione della società, denunciando gravi irregolarità nella gestione, con danno alla società stessa. Il 14 maggio scorso l’assemblea dei soci aveva rinviato la nomina del nuovo consiglio di amministrazione, mancando professionisti candidati per la carica di consigliere di amministrazione e di amministratore delegato. Il rinnovo del consiglio si era reso necessario dopo le dimissioni irrevocabili di tutti i consiglieri a seguito del deposito, a fine marzo scorso, di ricorso per l’accesso a uno strumento di regolazione della crisi. La società fondata e guidata da Enrico Arras, che doveva affrontare le denunce per truffa di vari clienti, aveva registrato al 30 novembre 2024 ricavi per 670 mila euro, un margine operativo lordo negativo per 2,33 milioni di euro e un risultato netto negativo per 2,49 milioni. Nel 2023 aveva registrato una perdita netta di 2,6 milioni con un bilancio che aveva ricevuto critiche da società di revisione e collegio sindacale, mentre l’anno prima la perdita era stata di 900mila euro.