Datamatic tenta il concordato.
Procedimento unitario di composizione della crisi d’impresa e applicazione delle misure protettive dai creditori in vista di un piano di concordato per la milanese Datamatic, che fondata nel 1973 da Enrico Martini, Silvana Stiriti e Giorgio Porta è un brand di riferimento del canale ICT italiano, distributore leader di accessori e prodotti di consumo tecnologici. La misura è stata decisa pochi giorni fa da Caterina Macchi, giudice delegato del tribunale del capoluogo lombardo, che ha nominato Carlo Pagliughi quale commissario incaricato di seguire la procedura. Il giudice ha accolto così la richiesta presentata dall’azienda che peraltro già nel maggio del 2024 aveva chiesto la procedura, poi arenatasi davanti a un’istanza di liquidazione avanzata dalla Procura Europea avente origine dal procedimento penale avviato tra l’altro nei confronti di Datamatic per evasione dell’Iva per oltre 330 milioni di euro tramite la cosiddetta “Frode Carosello”. Avendo in seguito rinunciato al concordato, l’azienda ha prima affittato l’attività, con preliminare d’acquisto, al colosso internazionale dell’ICT Also Group e poi ha ripresentato la domanda di procedura in vista di un nuovo piano di concordato in continuità che si basa, oltre che sul citato affitto, anche sulla vendita dell’immobile di proprietà. Datamatic ha chiuso il bilancio consolidato del 2024 con una perdita di 63,2 milioni peggiore di quella di 53 milioni dell’anno prima e il patrimonio netto è finito in negativo per 85,8 milioni e mentre i ricavi anno su anno sono crollati da 257 milioni a 85 milioni, il revisore EY a firma di Emilio Patruno non ha certificato il bilancio.
