Streaming, Chili copre il rosso.
Nonostante la situazione di procedura negoziata della crisi, la piattaforma di streaming Chili è riuscita nei primi 6 mesi di quest’anno a conseguire un utile di circa 10 milioni die uro, ma comunque residuano perdite accumulate negli anni precedenti e non ripianate per 93,7 milioni, evidenziando un patrimonio netto negativo per 89,4 milioni. Lo si evince dalla situazione patrimoniale aggiornata allegata dal verbale dell’assemblea dei soci dello scorso 30 ottobre svoltasi a Milano. L’assemblea ha comunque ripianato tutte le perdite utilizzando le riserve (tra cui i 74,4 milioni di riserva sovrapprezzo azioni, i 10 milioni di riserva legale e i 10,8 milioni di riserva di rivalutazione) e azzerando il capitale. Successivamente s’è deliberato di ricostituire il capitale è stato ricostituito con una prima trance di nominali 426mila euro con un sovrapprezzo di 2,4 milioni e una seconda di nominali 73mila euro con sovrapprezzo di 425mila euro, che si concluderà entro il 31 gennaio del prossimo anno. A sottoscrizione integrale avvenuta il capitale sarà di 500mila euro, la riserva sovrapprezzo ammonterà a 2,8 milioni e il patrimonio netto sarà di 4 milioni. Contestualmente l’assemblea ha preso atto delle dimissioni dell’intero consiglio d’amministrazione e il nuovo board ridotto a 3 membri sarà sempre presieduto da Roberto Giacobone, con Roberta De Paini e Beatrice Lombardini. Com’è noto Chili è in procedura di composizione negoziata dalla crisi, ma prosegue regolarmente l’attività commerciale. Primo socio di Chili è col 36,2% la lussemburghese Capsicum emanazione del fondo Negentropy seguita dalla Torino 1985 della famiglia Lavazza (caffè) col 18,5% mentre quote minori sono detenute, fra gli altri, dalle majors Warnes Bros, Twentieth Century Fox, Paramount Pictures, Viacom e Sony Pictures.
