Costampress, il fondo non basta.

A pochi mesi dall’acquisizione da parte del fondo di private equity tedesco Accursia Capital della Costampress di Gardignago di Scorzè (Venezia), realtà storica nata nel 1971 operante nel settore delle pressofusioni in alluminio per l’automotive, l’azienda è entrata in crisi. Qualche giorno fa, infatti, Carlo Azzolini, giudice delegato del tribunale di Venezia, ha ammesso Costampress alla procedura negoziata della composizione della crisi d’impresa in vista della presentazione di un piano di concordato in continuità, nominando quale esperto Dante Scibilia. Il tribunale ha così accolto la richiesta presentata per conto di Costampress, di cui il tedesco Swen Graf è amministratore unico, dall’avvocato Antonio Gullo. Nel ricorso il legale ricorda che il fondo, che aveva acquisto Costampress all’esito positivo di una precedente procedura di composizione negoziata che si basava su un piano industrial redatto da Adacta Advisory, quasi contestualmente aveva acquisito la Adc di Saonara (Padova) operante sempre nella pressofusione di precisione. La crisi s’è innescata quando “a partire dal giugno del 205 è emersa una grave carenza nella manutenzione dei macchinari produttivi della Costampress nel reparto fonderia, non ovviabile con la manutenzione ordinaria”. Così l’azienda ha accumulato un arretrato di produzione del valore di 2,5 milioni e anche il reparto stampi “ha palesato gravi carenze nella manutenzione” causando un danno elevato, “nell’ordine di milioni di euro”. Di qui la richiesta della procedura per riprendere l’operatività piena con l’impegno del fondo Accursia di sostenere l’azienda “una volta definite le esigenze finanziarie e gli investimenti necessari a riportare la struttura produttiva a livelli adeguati di efficienza”.