Fiera Milano, Peraboni in uscita/Aggiornamento
(Ansa) 22.44
Si dimettono il presidente e i consiglieri di amministrazione di Fiera Milano spa, determinando la decadenza del Consiglio. Lo rende noto la stessa società con una nota diffusa in serata. Il Consiglio “ha inoltre ritenuto che l’amministratore delegato dovesse procedere a rimettere le deleghe”. Hanno rassegnato le proprie dimissioni il presidente Roberto Rettani e i consiglieri Joyce Victoria Bigio, Pier Andrea Chevallard, Attilio Fontana, Licia Ronzulli e Vincenza Patrizia Rutigliano.
Oggi potrebbe essere una giornata scioccante per Fiera Milano: si tiene infatti un consiglio d’amministrazione al termine del quale l’amministratore delegato Corrado Peraboni, leghista della prima ora, potrebbe risultare dimissionario. Per capire il gesto del manager, nominato chief executive della quotata nel marzo del 2015 dopo essere stato per anni segretario generale della controllante Fondazione Fiera ai tempi della disgraziata presidenza di Benito Benedini, bisogna guardare al calendario. Per il 17 gennaio prossimo, infatti, è convocata un’udienza al tribunale di Milano dove gli avvocati di Fiera Milano discuteranno la richiesta avanzata lo scorso 20 dicembre ai giudici del Tribunale di sorveglianza meneghino dal pm della Dda di Milano Paolo Storari di estendere il commissariamento di Fiera Milano a tutte le attività e non solo a quella legata all’allestimento di stand. La proposta, formulata nell’ambito dell’indagine su presunte infiltrazioni mafiose nei lavori del gruppo, tra cui anche quelli di alcuni padiglioni di Expo, riguardava anche la contestuale revoca del cda di Fiera Milano e della controllata per l’allestimento di stand fieristici Nolostand, lasciando la guida in mano solo al commissario Piero Capitini e a una squadra di tecnici nominata dalla magistratura. Per la Procura di Milano in Fiera Milano esisterebbe infatti ancora un meccanismo di tangenti per ottenere appalti, nonostante una sua controllata, la Nolostand, sia stata messa in amministrazione giudiziaria nell’ambito dell’inchiesta dell’antimafia milanese.
Peraboni con le dimissioni cerca così di scongiurare la revoca dell’intero board e il commissariamento dell’azienda. Ma al di là della mossa preventiva, il giudizio sull’operato di Peraboni è nei numeri di borsa poiché il titolo Fiera Milano nell’ultimo anno ha perso il 20% e questo dopo aver varato un aumento di capitale da 70 milioni di euro subito dopo la nomina del nuovo ceo. Nel dettatglio dalla nomina di Peraboni a oggi il titolo è crollato da 5 a 1,5 euro, bruciando il 70%. Giova poi ricordare che dal 2012 gli azionisti della quotata non hanno incassato un euro di dividendo. E’ molto probabile che dietro le dimissioni di Peraboni vi sia il pressing del nuovo presidente della Fondazione controllante, il banchiere bresciano Giovanni Gorno Tempini, già presidente di Cassa Depositi e Prestiti, “pupillo” di Giovanni Bazoli, scelto dal governatore della Regione Lombardia, Roberto Maroni. Che certamente avrebbe motivo di imbarazzo da una fiera commissariata.