Le cucine Smalvic fanno fumo.
Momento critico per la vicentina Smalvic di Sarcedo (Vicenza), leader mondiale dell’elettrodomestico made in Italy con oltre 60 anni di attività alle spalle. Silvia Saltarelli, giudice delegato del tribunale di Vicenza, ha infatti nominato Guerrino Marcadella commissario della società che è stata ammessa al concordato con riserva di presentazione di un accordo di ristrutturazione del debito. Il tutto a pochi giorni da una prima manovra di risanamento quando l’azienda ha scelto di separare le proprie attività affittando a una newco controllata il ramo d’azienda delle smalterie e lasciando in Smalvic la sola produzione di elettrodomestici.
Il giudice ha quindi accolto il ricorso presentato dagli avvocati Mauro Meneghini e Stefano Iorio per conto della società presieduta da Paola Gasparini e controllata dall’omonima famiglia, nel quale si ricorda che Smalvic, nata nel 1958 ha prodotto per anni con successo elettrodomestici sia col proprio marchio sia per terzi (da Febal a Snaidero, da Franke a Whirpool), con numerose certificazioni di qualità. Tra il 2016 e il 2018 i ricavi hanno oscillato fra i 14,9 milioni di euro del 2015 e i 16,6 milioni dello scorso anno, a fronte di un budget di 17,6 milioni. Ma nel 2018 si è verificata una perdita di 1,7 milioni e l’ebitda è stato negativo per 566mila euro a causa dell’aumento dei costi delle materie prime e del personale diretto e mentre la posizione finanziaria netta a debito è salita a 5,3 milioni dai 3,5 milioni dell’anno prima, il patrimonio netto è sceso da 3,4 a 1,8 milioni.
Il ricorso spiega che la crisi dell’azienda è dovuta a una domanda del mercato instabile, ad un mercato elettrodomestico saturo, cui si è aggiunto il mancato incasso delle fatture del cliente Saudi Kitchen. Di qui la richiesta di concordato, presentata assieme ad un piano industriale per gli elettrodomestici al 2023 che basato sullo sviluppo del mercato Usa, la razionalizzazione dei prodotti e il taglio del costo del personale con contratti di solidarietà stima arrivare fra cinque anni con ricavi in calo a 10,7 milioni ma un ebitda positivo per 1,4 milioni. Infine il piano industriale al 2021 per la newco della smalteria prevede fra tre anni ricavi per 4,1 milioni e un ebitda positivo per 226mila euro.