Boccia pizzicato dal Fisco.

Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, ama sparare ad alzo zero contro il peso del fisco. Ma intanto il presidente degli industriali italiani ha visto proprio la sua azienda “pizzicata” dall’Agenzia delle Entrate: lo si scopre leggendo il bilancio 2017 (ultimo disponibile) della Arti Grafiche Boccia di cui presidente è Orazio Boccia, padre di Vincenzo che ne detiene il 99%. La società non ha un andamento brillante visto che ha chiuso l’esercizio con una perdita di quasi 3 milioni di euro dopo che il bilancio precedente era stato archiviato peraltro con un minutile di 17mila euro. Il forte passivo si deve ad una vendita immobiliare non fortunata: è stato infatti ceduto uno stabilimento a Salerno per 1,9 milioni che però era in carico a bilancio per 3,23 milioni e ciò ha determinato una perdita di 1,4 milioni.

Alla voce dei “fondi rischi e oneri” si legge poi che nell’aprile 2018 l’Agenzia delle Entrate ha “notificato l’avviso di accertamento per l’anno d’imposta 2014” che contiene rilievi per oltre 300mila euro di imposte non pagate fra Irap, Ires, Iva e sanzioni varie. L’azienda grafica dei Boccia, che ha chiuso l’anno con ricavi per 43 milioni e ha tuttavia segnato un ebitda negativo per 1,3 milioni, a fronte di un patrimonio netto di 12 milioni ha debiti per oltre 38 milioni, di cui 20,4 milioni verso banche. A maggio dell’anno scorso è stato varato un aumento di capitale di 1,5 milioni in cash per 600mila euro e per i restanti 900mila euro mediante conferimento della controllata Keyone. Infine Intesa Sanpaolo ha dato una mano con un finanziamento di 2 milioni da rimborsare in 7 anni con un anno di pre-ammortamento al tasso del 2,3% mentre Boccia sta rinegoziando i fidi con le altre banche, da Mps a Unicredit.