Il Sole non brilla per Intermonte.

Basta chiamarsi Roberto Napoletano e fare il direttore de “Il Sole 24Ore” e avere come presidente Benito Benedini che stacca un assegno da 50mila euro l’anno più Iva e ci si assicura il giudizio positivo di una delle principali Sim di intermediazione. Sull’operato di Intermonte Sim, però, sono fioccate da poco le sanzioni della Consob che hanno colpito l’analista Simone Pozzi e il responsabile dell’ufficio studi Alberto Villa multati il primo per 30mila euro e il secondo per 20mila euro per manipolazione del mercato di tipo informativo, oltre alla sanzione di 50mila euro irrogata alla Sim. Consob spiega che dal febbraio 2014 e fino al termine del 2017 (quando Napoletano era direttore del quotidiano di Confindustria e Benedini presidente) Intermonte Sim aveva in essere un contratto di corporate broking con Il Sole 24 Ore che prevedeva l’impegno da parte della Sim a produrre almeno due ricerche all’anno in occasione della pubblicazione dei risultati di esercizio e dei dati semestrali e a produrre note di commento in occasione dei risultati trimestrali, nonché ad organizzare, tenendo conto della disponibilità del management de Il Sole 24 Ore, almeno due incontri all’anno con gli investitori professionali. Il contratto prevedeva un compenso a favore di Intermonte Sim pari a 50.000 euro + IVA su base annuale.

Nel periodo compreso tra il febbraio 2014 e il dicembre 2017 la sim era l’unico intermediario che pubblicava e distribuiva ricerche su Il Sole 24 Ore e nel periodo in cui era in vigore il contratto Intermonte Sim ha pubblicato 12 ricerche aventi ad oggetto Il Sole 24 Ore. Tutte queste ricerche, ad esclusione di quella pubblicata il 12 ottobre 2016, contenevano un positivo giudizio operativo “outperform”, determinato dalla definizione di un “target price” superiore al prezzo di mercato. Il 27 maggio 2016, l’ufficio studi di Intermonte Sim pubblicò una ricerca, firmata da Pozzi, su Il Sole 24 Ore contenente un target price di 0,65 euro e il solito giudizio outperform. L’analista stabilì che il fair value, ovverosia il valore intrinseco, dell’azione Il Sole 24 Ore, sulla base delle risultanze derivanti dall’applicazione della metodologia di valutazione DCF, era pari a 0,36 euro, molto inferiore al target price indicato nella precedente ricerca pubblicata dalla Intermonte il 21 marzo 2016, pari a 0,70 euro. Se nella ricerca del 27 maggio 2016 fosse stato indicato il target price corrispondente al fair value calcolato con il metodo DCF, individuato da Pozzi in 0,36 euro, il giudizio operativo sarebbe invece stato, sulla base del sistema di rating interno di Intermonte, pari a “sell” (Vendere).

“La ricerca del 27 maggio 2016 – dice Consob – era dunque connotata da elementi di falsità, indicando un target price di 0,65 euro e un giudizio operativo di outperform invece, rispettivamente, di 0,36 e sell corrispondenti alle valutazioni di Pozzi” e “tali elementi di falsità erano suscettibili di fornire indicazioni false e fuorvianti in merito agli strumenti finanziari emessi da Il Sole 24 Ore. Tra l’altro, tale falsa rappresentazione era suscettibile di: influenzare positivamente in modo ingannevole le scelte degli investitori professionali e retail; e influenzare positivamente il calcolo dell’impairment test da parte di soggetti designati da Il Sole 24 Ore”. Inoltre “gli effetti distorsivi discendenti dalla pubblicazione della ricerca datata 27 maggio 2016 erano suscettibili di continuare a fornire, in linea con le precedenti ricerche, un segnale positivo sulle prospettive future de Il Sole 24 Ore, sebbene i risultati economico-patrimoniali pubblicati il 12 maggio 2016 dopo la chiusura del primo trimestre 2016 evidenziassero agli analisti finanziari di Intermonte Sim una situazione in netto peggioramento rispetto alle stime elaborate precedentemente”. Ecco perché Pozzi e Villa hanno commesso l’illecito di cui all’art. 187-ter, comma 1, del D. Lgs. n. 58/1998, per avere posto in essere, in concorso tra loro, una manipolazione del mercato di tipo informativo sulle azioni della società che pubblica il quotidiano di Confindustria.