Rubelli si riprende.
Fatturato in aumento del 24,7% nel primo quadrimestre di quest’anno rispetto allo stesso periodo del 2020 per Rubelli, la nota azienda veneziana con 164 dipendenti che dal 1858 produce e commercializza tessuti per l’arredamento. La notizia è stata comunicata poche settimane fa dal presidente Alessandro Favaretto Rubelli ai soci chiamati ad approvare il bilancio 2020 chiuso con una perdita di circa 2 milioni di euro rispetto a quella di 5,8 milioni dell’esercizio precedente. Anno su anno i ricavi, impattati dalla pandemia, sono diminuiti da 37 a 25,5 milioni con un ebitda che da positivo per 2,4 milioni è diventato negativo per 1,8 milioni. L’azienda ha comunque rafforzato la struttura finanziaria e patrimoniale attraverso l’allungamento del debito perché i debiti oltre 12 mesi sono saliti da 5,1 a 8 milioni su una posizione finanziaria netta a debito passata anno su anno da 6,7 a 8,6 milioni. Il bilancio ha risentito anche della rivalutazione per 2,8 milioni dell’immobile di Marghera (resa possibile dalla legge del 2020 varata dal governo Conte) che ha permesso al patrimonio netto di migliorare da 17,2 a 18 milioni. Rubelli, che lo scorso anno ha liquidato il marchio americano Donghia (comprato nel 2005) controlla anche l’inglese Rubelli Ltd (833mila sterline di ricavi nel 2020), la francese Rubelli Sa (3,1 milioni di ricavi) e l’americana Rubelli Usa (1,8 milioni di dollari di ricavi).