Gli Aleotti in frenata.
Rallentamento nell’anno dell’esplosione della pandemia per il gruppo farmaceutico della famiglia Aleotti. Il bilancio consolidato 2020 della loro holding Pharmafin, presieduta da Massimiliana Landini, vedova di Alberto Aleotti, nel cui consiglio d’amministrazione siedono i figli Alberto e Lucia, che controlla il gruppo farmaceutico Menarini con oltre 17 mila 600 addetti con 18 stabilimenti che nel 2020 hanno prodotto 572 milioni confezioni di farmaci, s’è infatti chiuso con ricavi scesi a 3,7 miliardi di euro rispetto agli oltre 3,8 miliardi dell’esercizio precedente. Il fatturato è stato trainato dagli oltre 2,6 miliardi di vendite della farmaceutica internazionale (-3,5% sul 2019), in Italia il fatturato è invece calato anno su anno da 796 a 791,3 milioni.
A livello globale il 92% dei ricavi è derivato dai prodotti farmaceutici e il 5,3% da prodotti diagnostici. E nei farmaceutici le maggiori aree per vendite sono state i prodotti cardiovascolari (1,12 miliardi), l’area metabolica (468,5 milioni), l’area respiratoria (352,7 milioni), gli antireumatici/analgesici (337,1 milioni), l’area gastroenterologica (139 milioni), seguiti da antiallaergici e antibatterici con vendite rispettivamente per 119 per 82,2 milioni.
Se l’utile di gruppo è sceso anno su anno da 257 a 142 milioni e l’ebit da 316 a 273 milioni, per contro l’ebitda è progredito da 492 a 531 milioni. Il risultato netto consolidato in calo è legato ad ammortamenti fatti per l’acquisizione per 677 milioni di dollari dell’americana Stemline focalizzata nei farmaci oncologici e a perdite su cambi. La situazione patrimoniale della holding degli Aleotti resta solidissima con una posizione finanziaria netta a credito diminuita anno su anno da 1,5 a 1,12 miliardi e ove la liquidità è stata investita per 451 milioni in gestioni patrimoniali e i debiti a breve verso banche sono solo di 35,5 milioni. Il bilancio risente anche di rivalutazioni per complessivi 94,2 milioni eseguite alla luce del Decreto Agosto del governo Conte, di cui 40,6 milioni hanno interessato gli immobili e 53,6 milioni 11 marchi di prodotti farmaceutici.