Berti mette le Ali.
Risultati in forte crescita, ma per ora niente dividendi per Ali Holding, la cassaforte guidata da Filippo Berti con cui l’omonima famiglia controlla Ali Group, azienda leader delle cucine industriali che occupa 14mila addetti. Qualche giorno fa, infatti, s’è riunita l’assemblea dei soci dov’era presente il 53,5% del capitale detenuto per conto dei Berti dalla lussemburghese Kenross Lux Two per approvare il bilancio ordinario chiuso allo scorso agosto con un utile di quasi 150 milioni di euro rispetto a quello di 80 milioni del precedente esercizio. L’intero profitto, frutto dell’accresciuta cedola proveniente da Ali Group, è stato mandato a riserva e in tal modo il patrimonio netto è arrivato a sfiorare i 715 milioni anche se c’è da osservare che la distribuzione di una cedola non è esclusa nel corso di quest’anno visto che il 26 novembre scorso i Berti si remunerarono con un dividendo di 93 milioni. Il consolidato, spinto dall’acquisizione dell’americana Welbilt quotata a Wall Street per 3,5 miliardi con un deal interamente finanziato da Goldman Sachs e Mediobanca, ha visto un fatturato salito anno su anno da 2,1 a 2,8 miliardi, con ebitda e ebit in progresso, rispettivamente, da 409,1 a 511 milioni e da 288,7 a 341,5 milioni e un utile passato da 196,2 a 264,8 milioni. L’operazione transfrontaliera ha impattato sulla posizione finanziaria netta che da positiva per 836 milioni è diventata negativa per oltre 2,2 miliardi ma la nota integrativa dice che “sulla base delle previsioni di generazione di cassa future, non si ravvedono particolari criticità nel far fronte ai rimborsi” dei debiti bancari. Nell’esercizio il gruppo ha rilevato anche le più piccole società americane The Montague Company e Big Dawg Manufacturing e un ramo d’azienda dell’olandese Magec.