Zephir Capital batte cassa.

A dieci anni dal suo avvio fatica a decollare Zephir Capital Partners sgr, la prima società di gestione del risparmio autorizzata nel 2015 da Banca d’Italia a operare come sgr “sottosoglia” così definita perché gestisce fondi di investimento alternativi che non superano la soglia dei 500 milioni di euro e che non ricorrono alla leva finanziaria. Qualche settimana fa, infatti a Milano davanti al notaio Antonio Reschjgna s’è presentato il presidente Francesco Di Giovanni per guidare un’assemblea dei soci che ha approvato la situazione patrimoniale al 31 dicembre 2024 e ha varato un aumento di capitale per 100mila euro fra nominale e sovrapprezzo. La ricapitalizzazione s’è resa necessaria perché la sgr ha chiuso il bilancio dello scorso anno in perdita per 51mila euro in linea con il passivo del precedente esercizio. Di Giovanni ha spiegato che nel 2024 la società aveva realizzato “tutte le condizioni per arrivare al primo closing del Fondo New Money” istituito a luglio del 2024 grazie alle disponibilità di Interimpresa di assumere la funzione di “cornerstone investor” e “alle disponibilità di Cassa Depositi e Prestiti e di Banca Ifis di sottoscrivere quote del fondo fino a raggiungere una raccolta complessiva di 110 milioni”. Ma il closing del fondo è stato rinviato tanto che Banca d’Italia il 23 dicembre dello scorso anno “ha sollecitato chiarimenti sulla possibilità della società di iniziare l’attività operativa”. Sia Cdp sia Banca Ifis hanno poi confermato le loro disponibilità ma ciò ha richiesto, appunto, l’aumento di capitale della sgr. Il team di gestione della società è composto dal presidente Di Giovanni (con un passato in Montedison e Shell, poi come direttore generale di Acegas APS, ad e presidente di Aeroporti di Roma, ad di Cementir Italia e presidente di Waste Italia), mentre nel consiglio fra gli altri figura Federico Pastura (ex Electra Partners Europe, Merrill Lynch Leveraged Finance e Valuation Research Corporation di Chicago). Insieme Di Giovanni e Pastura detengono cica il 60% del capitale mentre fra i molti azionisti minori compare Leonardo Francesco Caltagirone, figlio di Leonardo che è fratello del costruttore, editore e finanziere Francesco Gaetano.