Le popolari, la Bce e l’intreccio Ubi.

Oggi è un gran giorno per le banche popolari italiane perché il Tar del Lazio si esprimerà su quella riforma imposta dal governo Renzi che con decreto legge ha reso obbligatoria la trasformazione di questi istituti in società per azioni. In particolare il tribunale amministrativo si esprimerà sui relativi Regolamenti emessi da Banca d’Italia.
E mentre, pur sospese alla decisioni del Tar, tutte le grandi banche popolari annunciano i piano di mutazione societaria, il cambiamento avviene con qualche elemento inaspettato. Qualche giorno fa, ad esempio, un italiano autorevole membro del consiglio di sorveglianza della Bce, che vigila le più grandi banche italiane, popolari comprese, ha spezzato una lancia in favore della riforma.
Ignazio Angeloni ha affermato infatti che “quella del governo italiano è una riforma che vediamo positivamente, e che ci auguriamo sia completata presto. La trasformazione in spa faciliterà la contendibilità e renderà più trasparenti le banche”.
L’alto esponente della banca centrale guidata da Mario Draghi avrebbe però dovuto opportunamente chiosare il suo pensiero. E spiegare che sua moglie, Ester Faia, illustre professoressa di politica fiscale e monetari alla Goethe University di Francoforte (dove ha sede la Bce), siede nel consiglio di sorveglianza di Ubi Banca, proprio una delle grandi popolari interessate dalla riforma.