I cristalli di Garofano.
Un’altra grana per Giuseppe Garofano. Dopo che da presidente della quotata Industria e Innovazione (IndIn) ha presentato domanda di concordato al tribunale di Milano, il bilancio di Rcr Cristalleria Italiana di Colle di Val d’Elsa, presieduta dal finanziere, partecipata da IndIn, da Giuseppe Miroglio (presidente dell’omonimo gruppo tessile) e da Nelke, cassaforte dello stesso Garofano, in concordato dal 2014, non ha ricevuto il via libera da Luigi Necci della società di revisione Pricewaterhouse Coopers. I conti del 2015, chiusi con una perdita di quasi 7 milioni di euro rinviata a nuovo, hanno visto Pwc nell’impossibilità di esprimere un giudizio, nonostante il consiglio d’amministrazione li abbia redatti col presupposto della continuità aziendale, poiché lo stesso board ha elencato una serie di incertezze “che possono determinare dubbi sulla capacità della società di poter continuare ad operare”.
Fra queste, oltre i numeri che mostrano una dinamica di vendite “inferiori alle previsioni del piano concordatario” tanto che i ricavi sono scesi anno su anno da 41 a 34 milioni c’è poi una serie di partite aperte, da un accordo con Inps e Agenzia delle Entrate “per la definizione di un piano sostenibile per il rientro dello scaduto previa ripresa dei versamenti correnti” fino al rescheduling del debito bancario e non, che pesa complessivamente per 40 milioni. Rcr Cristalleria, che impiega circa 400 addetti e che pure lo scorso anno ha avuto un mol positivo di 1,6 milioni fatturando 7,1 milioni nei primi tre mesi di quest’anno, ha recentemente allargato le produzioni dai bicchieri di cristallo ai piatti in vetro, con 4 linee di cui una supportata dallo chef Davide Oldani come “testimonial”. Peraltro l’assemblea dei soci che ha approvato il bilancio pur prendendo atto dell’offerta di Pwc, ha deciso di affidare a Crowe Horwath l’incarico di certificare i bilanci dei prossimi tre anni.