I Lucchini puntano su Tamburi.
Senza più la lauta plusvalenza derivante dall’aver portato titoli Pirelli all’opa di ChemChina, gli eredi di Luigi Lucchini, Giuseppe, Gabriella e Silvana si sono comunque distribuiti pochi giorni fa un dividendo complessivo di 3,5 milioni di euro, invariato rispetto allo scorso anno, nonostante l’utile civilistico 2016 della loro cassaforte Sinpar sia diminuito anno su anno da 18,4 a 7,8 milioni. Peraltro i Lucchini hanno potuto iscrivere in bilancio una rivalutazione di 2,1 milioni sulla loro residua partecipazione in Rcs avendola apportata all’opas lanciata sul gruppo editoriale da Urbano Cairo tanto da detenere oggi titoli Cairo Communication per un controvalore di 4,3 milioni. Nel giardinetto complessivo di 38 milioni di titoli immobilizzati compaiono, fra l’altro, anche consistenti pacchetti di Mediobanca (in carico a 28 milioni) e Ubi Banca (3,3 milioni), mentre è d 261mila euro il controvalore del primo 2,18% di Asset Italia, lanciata da Gianni Tamburi, progetto sul quale i Lucchini hanno sottoscritto un accordo d’investimento per un massimo di 12 milioni.
Fin qui il civilistico, ma per valutare i business ormai quasi esclusivamente industriali dei tre Lucchini bisogna guardare al consolidato della loro holding, che dopo aver chiuso con un utile di 37,7 milioni rispetto ai 62,4 milioni del 2015, presenta 218 milioni di controvalore di immobilizzazioni materiali, 88 milioni di partecipazioni e crediti per 108 milioni su un totale di attivo di 753 milioni. Fra le controllate la principale è la Lucchini Rs, che opera nella siderurgia per il comparto ferroviario. L’azienda ha quasi mantenuto il fatturato anno su anno a 308 milioni, segnando un utile di oltre 39 milioni dove il comparto ferroviario pesa il 74% dei ricavi. Le controllate estere di Lucchini Rs hanno avuto andamenti differenziati: l’italiana Lucchini Mamè Forge ha chiuso in perdita, mentre Lucchini Unipart Rail e Lucchini Sweden hanno segnato un utile complessivo di 7,8 milioni distribuendo una cedola di 5,5 milioni. Lucchini Poland ha visto il fatturato anno su anno calare del 53% chiudendo con una perdita di 1,4 milioni ed anche Lucchini Central Europe, Lbx e Lucchini South Africa hanno archiviato l’esercizio in rosso. Ottime notizie, invece, dalla jointventure cinese Zhibo Lucchini Railway che ha mantenuto i ricavi a 328 milioni, realizzando un utile di 49,7 milioni.