Calcio amaro per Mantova e Modena.

Due concordati con riserva per due squadre calcistiche di due importanti capoluoghi italiani. Nei giorni scorsi, infatti, il giudice delegato del tribunale di Mantova Laura Galli, ha ammesso alla procedura il Mantova Football Club srl, presieduto da Marco Claudio De Sanctis e di cui Carla Sensati è amministratore delegato, entrambi azionisti al 9%. La società, che milita in serie D, ha visto nominare commissario Claudio Trenti. Quasi contestualmente il giudice delegato del tribunale di Modena Andrea Gibelli ha ammesso alla stessa procedura il Modena Football Club Srl, che gioca in serie C e di cui Antonio Caliendo è amministratore unico e padrone tramite la lussemburghese World Promotion Company, riservandosi di indicare a breve il nome del commissario.

Il consiglio d’amministrazione della squadra di Mantova ha deciso di presentare domanda di concordato essendo stata presentata un’istanza di fallimento avverso la società che a metà del 2016 ha perso 1,2 milioni di euro su ricavi per 3,5 milioni dopo che il passivo dell’esercizio precedente era stato di 1,3 milioni.

Simile per certi aspetti la storia del team modenese, perché la società è stata raggiunta da un’istanza di fallimento stavolta da parte di un pubblico ministero che evidentemente ha ravvisato, nelle pieghe dei documenti contabili, una situazione debitoria senza via di uscita. Modena Football Club a metà 2017 perdeva quasi 4 milioni su 8 milioni di ricavi con fatturato in calo dal precedente esercizio (9,8 milioni) e passivo in aumento (1,4 milioni). A luglio scorso le perdite erano di 2,8 milioni e Caliendo ricostituiva il capitale conferendo la controllata Finstars, proprietaria di un complesso immobiliare-sportivo a Modena, valutata 3,2 milioni da apposita perizia.

Il ricorso per il concordato, presentato dall’avvocato Filippo Canepa dello studio Osborne Clarke evidenzia che “la situazione economico-finanziaria si è deteriorata” per la retrocessione dalla serie B alla C e per la revoca da parte del  comune di Modena della convenzione per l’uso dello stadio “Alberto Braglia”, impedendo lo svolgimento di incontri “in casa” che ha fatto crollare gli abbonamenti da 4mila a 50. Le due squadre, ora, hanno 120 giorni di tempo per dettagliare al tribunale il rispettivo piano concordatario.