Rmc al capolinea: fallimento.

Capolinea per Raffineria Metalli Capra (Rmc), storica fonderia di Castel Mella (Brescia) presieduta da Carlo Capra e controllata dall’omonima famiglia. Il giudice Angelina Baldissera del tribunale di Brescia, che pure nello scorso aprile aveva ammesso la società alla procedura di concordato con riserva, ora ne ha dichiarato il fallimento nominando commissari Leandro Di Prata, Davide Felappi e Stefano Midolo.

Rmc, fondata nel 1947 e con un capitale di 10,1 milioni di euro, aveva chiesto il concordato per avere una moratoria al termine della quale presentare al tribunale un piano dopo che sono state presentate quattro istanze di fallimento di fornitori a nome dell’ungherese Femker e dalle italiane Laminazione Sottile, Ellepi Metal e Spurghi and Agro Green Service. Il ricorso ricordava che a luglio del 2016 fu firmato con le banche creditrici un piano di risanamento che però “si è rivelato non fattibile e il ceto bancario ha risolto l’accordo”. Di qui la richiesta di concordato per salvaguardare know how e 120 posti di lavoro verificando “le diverse manifestazioni d’interessi di soggetti terzi”.

Il bilancio 2017 di Rmc, che a metà dello stesso anno aveva varato un nuovo piano industriale e che opera con due insediamenti produttivi per un’area complessiva di 135.000 mq, si è chiuso con una perdita di quasi 41 milioni su 112 milioni di ricavi, in crescita dai 104 milioni dell’anno prima, una posizione finanziaria netta negativa per quasi oltre 22 milioni e un patrimonio netto negativo per circa 20,5 milioni. I debiti verso banche sono pari a 30 milioni: tra i creditori figurano Cassa Depositi e Prestiti, Mediocredito Italiano (Intesa Sanpaolo), Centrobanca (Ubi Banca) e Mps.