Malacalza doubleface.
I Malacalza quasi azzerano le perdite in Castel, ma non in Simatrade, le due holding lussemburghese che la famiglia possiede nel Granducato e che oltre a Luleo sono gli unici veicoli rimasti attivi dopo la scissione della lussemburghese Ofima varata nel 2007 da cui è nata poi la capogruppo italiana Hofima. Castel ha chiuso infatti il 2017 con un passivo ridotto a circa 100milaeuro dopo aver accumulato negli esercizi precedenti perdite per 3,4 milioni. Il veicolo detiene dal 2001 il 49% di Baosteel Italia Distribution Center (Bidc), jointventure con l’omonimo gruppo siderurgico cinese che detiene il restante 51% tramite la filiale tedesca e dove i Malacalza sono entrati dopo aver ceduto la Trametal al magnate ucraino Rinat Akhmetov. Castel, come Luleo e Simatrade, è sotto la gestione di Mattia Malacalza che infatti è vicepresidente della partecipata, in carico per 2,2 milioni. Simatrade, che compila il bilancio in dollari, lo scorso anno ha perso 678mila dollari pur contando su utili riportati a nuovo per 20,8 milioni. La società detiene solo liquidità per 21,3 milioni.