Commissario per Italtel.
Lorenzo Buraggi è il commissario di Italtel nominato l’altroieri da Irene Lupo, giudice del tribunale di Milano, che ha ammesso la storica azienda di ICT, controllata all’81% dalla quotata Exprivia e partecipata per il restante 19% da Cisco Systems, al concordato con riserva di presentazione di un accordo di ristrutturazione del debito. Italtel, basata a Settimo Milanese e guidata dall’amministratore delegato Stefano Pileri, s’è fatta assistere per la procedura dall’avvocato Giuseppe Iannaccone, come consulente finanziario ha scelto la Kpmg Advisory, Analysys Mason per le stime industriali del periodo 2020-2023 alla base del redigendo piano concordatario e Ernst&Young per effettuare impairment test. Exprivia ha già comunicato che per il rilancio di Italtel ha avviato interlocuzioni con alcuni investitori al fine di strutturare un’operazione di finanziamento composta da un’emissione obbligazionaria e da un’operazione di finanza strutturata e questo spiega perché l’assemblea di Italtel del 15 aprile scorso è stata aggiornata.
Il ricorso spiega che l’azienda, fondata nel 1921 e che occupa oltre mille addetti, dal 2009 ha fatto ricorso alla cassa integrazione e ad altre procedure, ma gli ammortizzatori sociali, la cui durata s’è esaurita a fine 2018, potranno essere nuovamente accessibili dal prossimo ottobre. Italtel già nel 2012 aveva sottoscritto un accordo di ristrutturazione del debito con le banche creditrici (Unicredit, BancoBpm, Ubi Banca e Banca Ifis) accompagnato dall’emissione di strumenti finanziari partecipativi (Sfp), seguito nel 2017 da un nuovo accordo e dall’entrata nel capitale di Exprivia tramite aumento di capitale e conversione degli sfp. Lo scorso anno, però, s’è verificata una diminuzione dei ricavi – pari al meno 17% nel primo semestre evidenziando così uno scostamento in diminuzione rispetto al business plan 2017-2023 – per il progressivo indebolimento del mercato telecomunicazioni in Italia, perché Tim, primo cliente di Italtel, ha dimezzato gli investimenti sulla rete e anche gli altri clienti importanti, Open Fiber e Telefonica hanno rallentato i loro progetti. Di qui – anche perché nel 2019 la società ha perso il capitale – la richiesta della procedura, per perfezionare il piano e finalizzare l’ingresso dei nuovi investitori.