Bonomi fa il bis in Fiera.

Carlo Bonomi, presidente designato di Confindustria, farà a breve il “bis” diventando anche presidente della quotata Fiera Milano. Il 22 aprile scorso in serata, infatti, Fiera Milano ha informato che “sono pervenute le dimissioni di Antonio Caorsi dalla carica di presidente e membro del consiglio di amministrazione, con efficacia dalla data della prossima riunione consiliare”. Il tutto è avvenuto due giorni dopo l’assemblea degli azionisti che ha approvato il bilancio 2019 con per 230 milioni di euro (196,4 milioni nel 2018) e un utile netto di 32,8 milioni in miglioramento rispetto a 16,6 milioni di euro nel 2018, permettendo così di distribuire un dividendo di 0,13 euro, al lordo delle ritenute di legge, per ciascuna delle azioni ordinarie in circolazione, che sarà messo in pagamento a decorrere dal 6 maggio 2020.

La stessa assemblea aveva nominato il nuovo consiglio per il triennio 2020-2022, designando Caorsi nella funzione di presidente, Alberto Baldan, Stefania Chiaruttini, Francesca Golfetto, Angelo Meregalli, Marina Natale ed Elena Vasco (tutti questi confermati dal vecchio cda); mentre nel board le new entry erano appunto Caorsi e Anna Gatti. Tutti gli amministratori erano stati tratti dalla lista di candidati presentata dal socio di maggioranza Fondazione Ente Autonomo Fiera Internazionale di Milano, detentore del 63,821% del capitale sociale della società, che ha ottenuto il 99,99% dei voti. Perché Caorsi è durato in carica quarantott’ore? Perché attualmente è chief financial officer della Fondazione, incarico che ricopre dal 2001 e quindi la sua, nella società controllata, era una candidatura a scadenza. L’arrivo di Bonomi alla presidenza è un segnale forte per la società che in borsa nell’ultimo anno ha perso oltre il 30% e il cui amministratore delegato Fabrizio Curci il 10 aprile scorso alla luce dell’evoluzione epidemiologica ha dovuto rivedere al ribasso il target di ebitda per il 2020 in un range di 38-43 milioni, rispetto al precedente range di 71-75 milioni.