Zaleski, addio manganese.

La Carlo Tassara tornata lo scorso anno nelle mani di Romain Zaleski, ha azzerato i debiti e ha venduto l’importante partecipazione che deteneva nella più grande miniera a cielo aperto di manganese, situata in Gabon. Qualche giorno fa, infatti, l’assemblea della società presieduta da Angelo Farisoglio e di cui Zaleski è stato confermato amministratore delegato, ha rimandato a nuovo la perdita di 3,7 milioni di euro segnata nel 2019 rispetto all’utile di 2 milioni dell’esercizio precedente. La Carlo Tassara era andata in crisi nel 2008 quando, pur detenendo partecipazioni finanziarie importanti (da Intesa Sanpaolo a Generali da Mediobanca a Ubi, da Cattolica a Mps e Mittel) era stata colpita da pesanti svalutazioni dovuti alla crisi dei mercati e aveva accumulato debiti per 5,5 miliardi. La ristrutturazione del debito, iniziata e completata nel decennio successivo sotto la presidenza di Pietro Modiano, ha visto la progressiva dismissione di asset e sei anni fa le banche creditrici avevano anche convertito debiti in strumenti finanziari partecipativi per 650 milioni, di cui Intesa Sanpaolo per circa 450 milioni, Unicredit per 63 milioni e Ubi Banca per 31 milioni. Ora nella holding con un patrimonio netto di 55,2 milioni resta un attivo che anno su anno è sceso da 146 milioni a 99,7 milioni perché è stata ceduta per 43 milioni la controllata Carlo Tassara France a sua volta proprietaria del 7% circa di Comilog, che gestisce in Gabon la più grande miniera a cielo aperto di manganese. E questo ha fatto sì che gli ultimi debiti verso banche, pari esattamente a 43 milioni a fine 2018, siano stati azzerati mentre a fine dello scorso anno è stata venduta anche la lussemburghese Carlo Tassara International. Nel portafoglio di Zaleski restano le controllate Terzo Salto (proprietaria di una centrale idrolettrica in Valle Camonica che produce 20 GWh) e Metalcam Tools Steel (che vende acciai per la produzione di utensili e che nel 2018 ha fatturato 11 milioni con un piccolo utile di 96mila euro) e il 48% di Metalcam, che nel marzo 2019 ha siglato con le banche creditrici un accordo di risanamento del debito e che lo scorso anno ha fatturato 112 milioni con un utile di 10,6 milioni. Quota di minoranza, infine, è quella del 5,8% di Finanziaria Valle Camonica, azionista di controllo della quotata Iniziative Bresciane.