Brugnaro vede benissimo nel suo trust “cieco”.

Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro alla fine del 2017 lanciò con toni entusiasti il suo “blind trust” costituendo la Lb Holding spa che in questi giorni ha depositato il suo secondo bilancio relativo al 2019. Lo strumento del “trust cieco” serve a separare l’imprenditore, che decide di fare politica, dai propri interessi economici. Presidente della società, il cui capitale di 200 milioni di euro è interamente detenuto dall’avvocato americanon Anthony Sacks dello studio Whiters, è però il veneziano Giuseppe Venier che è anche amministratore delegato di Umana, l’agenzia di lavoro generalista che è di fatto la principale società di Brugnaro e che è confluita nel trust assieme molte altre. Nel consiglio ci sono poi Alessandra Zuin, presidente di Venice City Park (un’altra delle società di Brugnaro finite nel trust) e Luca Gatto, amministratore unico di Porta di Venezia e Veneto Immobiliare nonché consigliere della Reyer Venezia (squadra di pallacanestro), naturalmente tutte società di Brugnaro confluite nel trust.

Insomma, tutto il consiglio di Lb Holding è fatto da persone vicine al sindaco che quindi può così “vedere” benissimo dentro nelle sue aziende nonostante il trust sia “cieco”. E il collegio sindacale che dovrebbe “vigilare” sull’operato del consiglio? Idem come sopra perché il suo presidente è Achille Callegaro, che ricopre la stessa carica in Umana. Nel trust, poi, non sono confluiti i beni immobiliari di Brugnaro che come risulta da una visura catastale aggiornata sono composti da una casa con garage a Fossalto di Portogruaro, da una villa di 30 stanze a Mogliano Veneto con garage di 150 mq, da un’altra casa nella stessa località con 7 stanze e 40.000 mq di terreni agricoli fino a un rustico di 8 stanze a San Vito al Tagliamento. E i numeri della Lb Holding? Il 2019 che nel consolidato ha visto ricavi per 761 milioni, ha segnato un utile civilistico di 2,5 milioni di euro, tutto finito a dividendo al socio.